Questo articolo continente opinioni basate su esperienza e personali.
Molti mi chiedono se il razzismo c’è in Giappone, io rispondo si c’è ma anche accompagnato con ignoranza e pregiudizio. In questi anni di vita in Giappone visto molti casi di razzismo ma che casi che con il razzismo non hanno niente a che vedere ma sono frutto di pregiudizio o semplicemente i giapponesi non hanno idea di come noi possiamo reagire in alcune circostanze.
Quello che mi da fastidio è l’errore di etichettare un intero paese per colpa di situazioni create solo da alcuni individui. Alcune cose rimangono alla nostra libera interpretazione per esempio, il posto a sedere accanto al tuo sul treno è libero ma può capitare che alcune persone preferiscono stare all’impiedi, subito a pensare ” eccoli i razzisti non voglio sedersi vicino a un gaijin ” io invece vi invito a fare questo ragionamento:
• ognuno è libero di volersi sedere se lo desidera.
• posto libero più spazio per te
• Preferiscono stare alzati
Rimango dell’idea che bisogna lasciare vivere gli altri, senza preoccuparsi troppo. Il razzismo è molto presente nelle zone di periferia o nelle città più piccole, secondo me perché vedono negli stranieri una forma di pericolo, hanno paura che un ingresso spropositato di stranieri possa cambiare il paese con una progressiva perdita delle tradizioni e delle usanze.
Non vedono lo straniero come una fonte utile anche se, con la carenza di giovani la forza lavoro è necessaria soprattutto nelle zone rurali. Situazioni negative alcune volte si creano sul posto di lavoro tra colleghi o superiori. Nel contesto dei visti di lavoro, questi ultimi vengono concessi dall’immigrazione giapponese perché l’azienda che assume lo straniero non non trova un giapponese qualificato per quel lavoro, quindi lo straniero c gioca un ruolo fondamentale per quella azienda.
. Una delle situazioni più comuni e cercare di sminuire il lavoro dello straniero o creare situazioni di stress sul posto di lavoro facendolo sentire inferiore al resto del gruppo , vi ripeto sono situazioni soggettive che si verificano in diversi posti lavoro. Ho letto molte storie e ho ascoltato molte interviste online su brutte esperienze ma anche storie di esperienza e positive.
Ci sono casi dove alcuni giapponesi non concepiscono le relazioni tra coppie miste perché non accettano il fatto che è un giapponese o una giapponese possa sposarsi e vivere con lui o con lei. Ma soprattutto non accettano l’idea di un figlio con metà sangue giapponese. Una situazione del genere l’ho subita personalmente, sono stato criticato ma soprattutto mia moglie è stata giudicata e criticata perché voleva sposare me che non sono giapponese. Sinceramente la cosa non mi ha turbato perché il giudizio di questa persona era solo di una persona tantissime altre persone ma soprattutto amici sono felici e i familiari di mia moglie erano e sono felicissimi che la loro figlia si sia sposata un un italiano.
In Giappone c’è lo ius sanguinis cioè il diritto di essere giapponese solo se uno dei due genitori lo è. Molte volte i ragazzi nati da coppie miste affrontano situazioni di razzismo nelle scuole perché etichettati come diversi in base alla massa. Bisogna far capire a questi ragazzi che sono avvantaggiati è fortunati perché non solo hanno la possibilità di parlare più di una sola lingua ma apre le porte a molte più prospettive in un futuro lavorativo.