Vi voglio raccontare la mia esperienza con i controlli di sicurezza negli aeroporti australiani. Molti di voi conoscono il programma televisivo “security airport” ecco pensate di provarlo sulla vostra pelle.

Tutto è iniziato quando io e un mio amico siamo rientrati dall’Australia in Italia. L’idea iniziale era di rimanere solo tre settimane, con una piccola sosta per riabbracciare la famiglia per poi rientrare in Australia.Il mio amico aveva finito il secondo anno di work and Holiday visa quindi voleva prendersi del tempo per decidere quale scuola di lingua inglese iscriversi.

Io avevo già fatto il cambio con un visto di studio, quindi avevo altri otto mesi prima che il visto scadeva. Quando possiedi un visto di lavoro come il work and Holiday oppure un visto di studio puoi entrare e uscire dal paese senza troppi problemi fino alla scadenza del visto.

Nel caso del mio amico l’idea era di rientrare con un visto turistico, per poi con calma scegliere la scuola, visitandole di persona. Pensavamo di non riscontrare problemi , visto che lui aveva anche soldi nel conto in banca.

Il volo prevedeva uno scalo a Singapore per poi arrivare al aeroporto di Perth in Western Australia. I primi problemi si sono verificati proprio nello scalo di Singapore, non facevano imbarcare il mio amico perché non era in possesso di nessun visto, in quel momento abbiamo realizzato che il visto turistico non era automatico ma si doveva fare richiesta all’ufficio dell’aeroporto e pagare per averlo.

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PAGARE 50€ UN VISTO TURISTICO A SINGAPORE? 

L’ufficio ha garantito che, all’arrivo in Australia bisognava consegnare il passaporto insieme a la ricevuta di pagamento del visto turistico. Non avendo altre alternative, il mio amico ha pagato siamo riusciti a fare l’imbarco e la destinazione in Australia era prevista verso la mezzanotte ore australiane.

Io per sfortuna mi ero preso un raffreddore, quindi il mio viaggio è stato molto difficile. Avevo dolori ai timpani per la decompressione e gli sbalzi di altitudine avendo il naso chiuso la situazione non era delle migliori. Quando siamo arrivati all’aeroporto di Perth non vedevo l’ora di rientrare a casa a Fremantle.

 

Ma ecco che i problemi iniziano, quando il mio amico consegna la ricevuta del pagamento del visto turistico i funzionari dell’immigrazione australiana si guardano poi decidono di isolarlo dalla fila per fare maggiori controlli.

Io così mi sono trovato ha non poter uscire dall’aeroporto per non lasciarlo solo, se volevano delle informazioni potevano chiedere direttamente a me, visto che negli ultimi due anni condividevamo la stessa casa.

Lui mi ha raccontato che i funzionari dell’immigrazione gli hanno chiesto il telefono e il permesso di poter controllare il profilo Facebook. Ovviamente se una persona rifiuta e un segnale, qualcosa non va, “forse questa persona nasconde qualcosa”.

L’immigrazione era sicura che lui voleva rientrare in Australia con un visto turistico utilizzandolo e per poi lavorare in nero.

La situazione è andata avanti per circa un’ora e mezza. Nel frattempo alcuni funzionari dell’immigrazione mi hanno raggiunto,hanno cominciato a fare domande per vedere se la storia che mi amico raccontava era identica alle mie risposte.

Ovviamente una volta che erano lì ne hanno approfittato per chiedermi il passaporto e la mia condizione di visto di permanenza in Australia.

Alla fine dopo che hanno verificato che il mio amico aveva una disponibilità economica sufficiente ad affrontare un’iscrizione per una richiesta di visto di studio, non avendo i presupposti per trattenerlo o soprattutto per arrestarlo l’hanno lasciato andare.

Ci sono stati casi dove alcuni ragazzi per continuare a lavorare oltre il limite consentito dalla legge australiana, sfruttavano il visto di turistico a loro vantaggio. Ogni tre mesi prendevo un volo aereo per la Thailandia e dopo un paio settimane rientravano in Australia per continuare a lavorare in nero.

Molti logicamente autorizzano Facebook ho il telefonino per scambiare messaggi con questi datori di lavoro i quali rischiano una multa molto salata ma chi ne paga le conseguenze sono questi ragazzi che rischiano la prigione il rimpatrio con il blocco del passaporto per tre anni minimo. Cioè viene negato ogni possibile ingresso in Australia nei tre anni a seguire.

Tenete presente che situazioni del genere finiscono in liste nere, Dove il diretto interessato viene schedato e molti uffici migrazione di vari paesi del mondo comunicano tra di loro e sei una persona non porto ne passaporto un timbro di rifiuto di ingresso o di rimpatrio rischia di non poter visitare ad altri paesi.

Ovviamente voglio ricordarvi che l’immigrazione in altri paesi è una cosa molto seria, per cose che a cui tengono banali si rischia il carcere per molti anni fino al carcere a vita, in alcuni casi anche la pena di morte e con i paesi è ancora attuata. Quindi fate sempre attenzione.